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50° della mia offerta a vita per la Missione
Cari amici di sempre e quelli da poco incontrati e anche quelli che vado incontrando lungo i camminamenti più o meno organizzati dalla Provvidenza a cui confido i miei giorni di permanenza in Italia tra visite ambulatoriali, dentisti, qualche ministero in parrocchie diverse, a Brescia, nel Comasco, in Valtellina, nel Milanese e nel Varesotto, a Lourdes e a Medjugorje. ..sia gioia a voi. Dalla casa di S. Daniele Comboni.
Con fatica è stato elaborato questo quaderno dove sono già spiegate tante cose, che spero aiuteranno la vostra speranza verso il domani della vostra vita che in qualche modo ha incontrato anche attraverso di me e dei miei confratelli italiani e non, la missione comboniana in Congo.
Attraverso la missione di cui i missionari sono i primi beneficiari, le nostre comunità, chiesa e società, tentate ora di scoraggiamento per tanti motivi che potete leggere dentro e attorno a voi, accettare di uscire da sé, dalla propria terra e condividere il vivere coraggioso dei poveri che incontriamo, della fede coraggiosa che si è radicata nei popoli africani....ci aiuta a "farsi prossimo" dei diversi, scoprendo che sono amati da Dio, e ci rendono più umili, più umani e più cristiani, e quindi più gioiosi.
Il gruppo Comboniani in Congo di cui si parla nell' opuscolo mi ha incaricato di presentarli un pochino.
Grazie a mio fratello Marino e nipote Corrado che impaginano e preparano per la stampa vi comunico un poco di noi. Non possiamo entrare nei mille dettagli.
Come raccontarvi dei volti, degli incontri, di quanto bene ci comunica la gente che ci ha difesi tante volte dalle violenze, alimentate dalle nostre potenze rapaci?
La missione è forza di Dio che passa attraverso il si dì chi vuol crederci e condividerla. Umilmente vi chiediamo di aiutare la trasmissione in atto della gestione della missione dei Comboniani in Congo e non solo, per assicurare per qualche anno ancora la formazione di tanti giovani che bussano per impegnarsi a vita con la Missione di Daniele Comboni e che sono un segno di speranza nella Chiesa, per il Mondo. Grazie. La miglior riconoscenza sarà dal Padre che ci fa famiglia di popoli.
Vostro amico e fratello, p. Benito