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Lettere
A GAM CONGO 27 /28 AGOSTO 2010
Cara,caro ti scrivo pensando a te. Non da Yanonge, luogo della mia presenza missionaria, ma da Kisangani. Archidiocesi, dove c’è corrente elettrica e negozi vari, che mancano a Yanonge; dove c’è un governo della regione che doppia quello di stato e dove si pensa che sedute e chiacchere di assemblee onorabili mettano a posto strade e servizi anche per i poveri dislocati nelle foreste. Dove preti impiegati non trovano modo, la domenica, di portare l’eucarestia a centri un po’ fuori delle strade un po’ curate della città.
Sono qui perchè venuto per incontro di confratelli della zona con Assistente Generale venuto da Roma. Il Capitolo settembre 2009 ha messo in luce tanti problemi e l’attuazione di cambiamenti domanda discernimento e coraggio con un pizzico di fiducioso abbandono al Signore della Missione; il che non avviene senza un po’ di sofferenza. Cosi’ il mio confratello superiore e parroco che sta per rientare dalle vacanze, non rientrerà a Yanonge per assumere la missione tra i pigmei; cosi’ da fine maggio ero solo come prete a Yanonge e per questo ho creduto bene lasciare due o tre giorni la Parrocchia per l’incontro zonale: solo che dopo 4 ore di tormentata strada per fare 45 km, e passati due fiumi, il Congo, a Yanonge, 2 km di larghezza (50 minuti di piroga) e il Lindi, affluente del Congo (circa 600 mt ?) (25 minuti di piroga) immessi sulla bella strada, con la mia motorola arrivo in fretta alla città e per un dislivello di asfalto, capitombolo: graffio gomito e botta strascico coscia.
Emorragia interna, ricovero ospedale, tagli di spurgo sangue coagulato; riportato a casa nostra. L’assistente generale è fratello medico e per me ‘’l’incontro zonale’’ passa attraverso discorso tra noi prima e dopo l’incontro tra i confratelli, e dal 13 ad oggi un medico vicino di casa nostra, due volte a giorno cambia i tamponi; da ieri ha levato le garze di spurgo dalla cavernetta e a giorni la sutura. All’Assunta il 15 e domenica 22 un confratello ha assicurato una messa a Yanonge; cosi’ spero per domenica prossima. Vacanza obbligata la mia, prevista verso la fine di settembre; invece diversi programmi cambieranno. Il sostituto di P.Fidelino si chiama Teodoro, congolese, giovane, già in Republica Centrafrica; arriverà non subito perchè deve rinfrescare il swahili. La gente è abituata a stare senza preti. (Una diocesi limitrofa alla nostra parrocchia ha pochissimi preti e il Vescovo spesso assente.) Ma appena in fase di cicatrizzazione rientrero’a Yanonge. Grandi progetti non li possiamo assumere e le risorse locali sono quanto mai limitate. Il problema più impellente è la formazione di catechisti, animatori: ma anche elementi di buona volontà necessitano di una rinnovata catechesi per aderire a Gesù che domanda un modo nuovo di concepire vita, matrimonio, altruismo. Percio’ attenzione particolare va data alla liturgia e ai gruppi che cercano di vivere un rinnovamento.
Il riposo forzato mi fa pensare a tutti quelli che in questi anni mi accompagnano. Non saro’ mai abbastanza riconoscente; io credo forte alla presenza di Dio dentro e fuori del nostro essere, credo alla comunione dei santi, quelli in cielo e ciascuno di noi in viaggio verso la vita nel Padre che ogni giorno ci da vita. Credo che l’eucarestia riassuma l’incontro di noi tutti: tu fai parte di questa offerta quotidiana. Come posso mi tengo informato di quello che passa nel mondo. Anche in Italia senso di vuoto, di scoramento, di paure varie minacciano la pace dei cuori e delle famiglie. La fede e la preghiera sono molto più efficaci dei ragionamenti per avere la pace e con questa la fiducia. Ma resta pur necessario un impegno di coltivare mente e cuore con aggregazioni dove confrontandosi riceviamo e diamo. E l’impegno per politiche impegnate più per la persona che per il profitto.
La missione credo sia essere, dovunque ci troviamo, presenti e strumenti di questa azione continua del Padre nostro che opera grazie alla fede della Chiesa. Azioni, gesti, liturgie sono certo necessarie come nuova corporeità di Cristo Salvatore che è venuto a toccare con mano le nostre povertà e non ha avuto vergogna di stare con noi, peccatori. E cerchiamo di essere segno della carità di Gesù per i più poveri (malnutriti), per le scuole da materna a liceo e magistrali. Secondo quanto possiamo.
Grazie a te, per le tua presenza, per la tua partecipazione, per la tua offerta, dono e grazia per la missione e per te. Grazie se mi scrivi, non importa come: anche per posta, arriva dopo tre mesi; parlami del tuo piccolo mondo; tutto è dono e mi aiuta nella monotonia di Yanonge, dove i poveri sono il 90%, dove i bambini delle elementari sono almeno un migliaio e tantissimi non possono accedere alla scuola, dove faticano ad avere una palla per giocare e non hanno una cartella per i quaderni, ma ogni giorno inventano giochi e schiamazzano allegri. Grazie. Un abbraccio e l’augurio di risentirci ancora. P.Benito
Un indirizzo E Mail, tuo o di famigliare, mi faciliterebbe corrispondere con te.