Padre Benito


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Settembre 2009

Lettere

Al Gruppo Appoggio Missione Yanonge settembre 2009-09 da Kisangani,

Carissima, bambini di Dio noi siamo: e sempre sotto il suo occhio provvidente giochiamo a rimpiattino tra vicende alterne dove vinciamo e perdiamo e dove forse credendoci protagonisti ci sforziamo di vincere sempre e poi trovarci talvolta a terra, spiazzati dall’imprevisto. E possiamo reagire con scoraggiamento o con rabbia o con l’affidarsi all’occhio provvidente che è anche prévidente più di quanto noi possiamo.
E’ quanto mi è un po’ successo in questi ultimi due o tre anni. Non del tutto nuovo, la nostra vicenda umana si svolge un po’ a cerchi concentrici; e come nei vecchi dischi delle incrinature ciclicamente ci fanno sentire stonati e mosci.
Qualcuno s’è informato se ero disperso o partito per il regno dei cieli. E’ stato, questo primo anno a Yanonge, poco lontano dall’equatore, un anno di ricerca di quel che sono e di che è fatta la realtà attorno.Tutti i cambiamenti di abitazione, di clima, di comunità religiosa ristretta e della missione,di lingua e genti, che pensavo di conoscere un po’ mi hanno “spiazzato”.

Come ricominciare da capo. Tagliare col passato. Un po’ morire e rinnovarsi. Non sono rapido; mi lascio ingolfare da tante realtà contrastanti. Tentato di dire di si’ a tutti e sempre e scoprire che la gente non sempre chiede quello di cui ha più bisogno, ma allettata più da un louk di modernità che da saper leggere e scrivere, nasconde la motivazione del suo agire quotidiano che è quello di sopravvivere; “troverò oggi qualcosa per cibare la famiglia? a sera trovero’ un piatto colmo di manioca e erbe cotte da riempire lo stomaco?.”

Dentro la parentesi tra stasera e domani sera mettici riposo, sveglia a sbadigli, un mezzo secchio d’acqua e forse un pezzo di sapone per farsi presentabile, al mercato, alla scuola come maestro o come allievo, un po’ di imbellettatura per le ragazze che per vocazione illustrano la bellezza del creato, prima della corvée: andare al pozzo e mettersi in coda e rientrare con un bidone in testa di 30 litri d’acqua e un secchio di vestiti lavati al torrente...e i “non intellettuali” ai campi fin nel pomeriggio assolato...poi i bambini padroni delle piazzuole, delle strade e delle strettoie tra i banchetti del mercato, centro primo culturale, università popolare degli illetterati, di smistamento delle informazioni più o meno verificate e capite diversamente dalle radiole gracchianti che tra canti e danze comunicano le informazioni dei grandi avanzamenti dei cantieri del presidente e delle nuove tasse su ogni passaggio di mano del grappolo di banane.

Morti, annegamenti, salvataggi miracolosi, apparizioni di spiriti, delazioni, adulteri e cose simili ma anche predicatori della facile salvezza del Dio della chiesa da lui diretta, animano il mercato. Poi la Chiesa (cattolica e altre simili) chiama a formazione, catechesi, ripetizioni dei canti, lavoretti pulitura...e per altri visitare malati, portare a prigionieri da mangiare, assicurandone un po’ ai carcerieri affamati, incontrarsi per consolare la famiglia visitata dalla “sorella morte” spesso non prevista e molto raramente desiderata...cercare di farsi restituire un prestito, che fatica!...e vivere “spensierati” se si può.....magari fuggendo in qualche litro di vino di palma o in qualche capanna dove chi ti accoglie si accontenta di pochi spicioli....

Allora mi domando: qual’è l’ottavo sacramento della comunità di Yanonge? Per quasi 40 anni non hanno avuto preti stabili, perchè i Simba che nel ’64 hanno ucciso i 13 italiani a Kindu, 4 degli 8 comboniani a Isiro, in questa diocesi di Kisangani e Wamba hanno ucciso 25 dei missionari Dehoniani che hanno fondato la Missione. Yanonge nel 1999 è stata affidata ai comboniani: da S.Camillo dove ero parroco venivo di tanto in tanto e poi altri di noi, in attesa di poter installare una comunità di tre o almeno due per cominciare. L’emorragia intestina mi ha obbligato nel 2000 a a rientrare e curarmi.

Nel 2001 pensavo di rientrare a Yanonge, dove nel frattempo si era installata con fatica una nuova comunità di noi comboniani, dico con fatica perchè tutto il gruppo comboniano è sottoposto a stress notevoli e - per le guerre (non ancora terminate) e con il dissesto totale del paese,- si trova obbligato a spostamenti di personale.
E poi da non dimenticare i problemi e sfide della mondializzazione, delle diverse crisi dappertutto, delle ipocrisie e turpitudini varie che hanno creato paura e miserie nuove dappertutto: o si lavora per creare un “possibile non utopistico mondo nuovo”e allora si creano politiche che cercano il bene comune “di tutti” (significa di ogni uomo sul pianeta terra) o si lavora a credere di essere furbi sfruttando lo straniero, tacciandolo di delinquente se si nasconde perchè rifiutato, e lavorando a rubare a man bassa i prodotti del suo paese con la corruzione dei suoi capi, e fingendo di aiutarli con milioni di euro che servono a ricche ONLUS di fare si qualche opera di restauro, ma senza dare la possibilità ai locali di vivere con il loro salario e sviluppare le loro ricche potenzialità,umane, intellettuali, sportive, imprenditoriali...L’Africa per ora fa comodo per essere sfruttata.

Un buon giocatore è subito fatto francese, inglese o italiano....un ingeniere che fa lo spazzino vive braccato...Che nuovo mondo è possibile?.
Lasciatemi citare un profeta, concittadino Valtellinese, Giulio Tremonti “La paura e la speranza” marzo 2008. pg58 “Sarà in specie proprio la spinta del malessere materiale e sopratutto spirituale che c’è alla base della nostra piramide sociale, un malessere che via via si sposterà dal basso verso l’alto, a portarci verso il rifiuto delle forme attuali di politica, miope e abulica, fatalista e stupida....” e a pg.62 “Un nuovo ordine morale porta infatti con sè e naturalmente an che un progresso economico, ma senza un nuovo ordine morale ci sono solo declino generale e conflitto sociale” Un libro che andrebbe tradotto in cultura popolare, in incontri e scambi; sono i cittadini consapevoli che forzeranno a cambiare in meglio. la politica è fatta dalla realtà . – dice ancora- e non viceversa.

Ci hanno imbrogliato creando bisogni fasulli e consumare per produrre mettendo l’uomo in un ingranaggio dove non deve pensare ne prendere decisioni perchè tutto è programmato dalla tecnica e la tecnica ha prodotto nuovi colonialismi, imbrogli e fallimenti colossali dove milioni e miliardi di cittadini del mondo si trovano sbattuti nel fango come da un ciclone e “il si salvi chi può” sembra l’unica risorsa. Se aspettano i governanti che aggiustino le cose, saranno delusi.

Voci nuove,indicazioni e segni di “coscienza” ci sono: è importante essere in ascolto, cercare....e “mettersi insieme”. Lo vedo e dico dappertutto a tutti: o ci si unisce nel cercare, attuare, verificare e operare, o si sarà sempre più deboli e impoveriti e scoraggiati.
Vale per la coppia e la famiglia, vale per le nostre comunità religiose e parrocchiali, per la chiesa e le diverse società....In questi giorni a Roma è in atto il Capitolo generale dei Comboniani, preparato da “tutti” da tre anni a questa parte. Per ravvivare (di dice così?) lo spirito di Comboni che ci illumini sul come essere e operare nelle nuove realtà della missione di annunciare Gesù Cristo come Via, Verità e Vita. In Europa come comboniani stiamo scomparendo.

Come l’Europa sta per essere colonizzata per il suo invecchiamento, bisogno di immigrati e di prodotti importati, così la chiesa e le chiese faticheranno sempre di più ad essere “vivaci”.FARE? mi sto confessando a voi, sperando di non scandalizzarvi. (nel sottofondo musicale sto sentendo la musica di Va pensiero di Verdi) Ricorda pagina di storia di Israele deportato a Babilonia, Bagdad e che aspetta la liberazione...arriverà. La storia si ripete. E’ maestra di vita, ma non la si ascolta.E tutti ci facciamo protagonisti di quanto succede pensando che siamo capaci di meglio, ma gli “altri” sono la causa se si “vive peggio, di dentro soprattutto”. – Ho passato come dicevo all’inizio momenti di malcontento, scoramento, e tentato di vederene le cause fuori di me. I mesi passati l’anno scorso in Italia sono stati provvidenziali per incontri che mi hanno illuminato sul mio peccato: ho mancato di fede in quel Gesù al quale ho affidato la mia storia e quindi anche questi ultimi giorni, mesi, anni che mi rotolano in fretta sempre più frettolosa verso il “FINE”.

Il ritorno a Yanonge e l’impatto con la miseria umana, morale, sociale mi ha fatto cercare Dov’è Dio? l’ottavo sacramento. Come mai si sentono cristiani, cercano il battesimo, la preghiera e un certo impegno pastorale...anche se moralmente avrebbero bisogno di luce e forza, catechesi, formazione....che fatichiamo a trasmettere, perchè la maggior parte è preoccupata dal come sopravvivere e culturalmente molto impoveriti, senza capacità di riferimenti geografici, storici,..Il nostro parlare è quello dei libri; dovremmo stare sulle strade e al mercato, con loro.

Teresa di Calcutta “Madre Teresa Sii la Mia Luce” mi ha illuminato su quello che sentivo essere la risposta alle mie domande.Come essere?, cosa fare? Dio dov’è? l’ottavo sacramento della comunità di Yanonge..:”.Gesù ha sete, di amarmi e di essere amato; dirgli di sì.Il povero e miserabile è il volto di Cristo sofferente, al quale mi invia per annunciargli che Dio lo ama, gratuitamente, e a chi crede dona pace e gioia. E che la sofferenza subita dalle diverse colonizzazioni e mondializzazione, è un merito e una forza di rinnovamento; la lotta per sopravvivere è un segno della presenza di Dio, la vitalità, l’accoglienza dei figli, lo sforzo per la scuola....il cantare e gioire anche del solo stare insieme...sono valori umani, doni di Dio. :l’ottavo sacramento. Dio ama anche, o forse, più, quelli che “non sono in regola” e restano comunque aperti al “bene”.

Miei cari, sono in colpa per tanti mesi di silenzio; ora sono in colpa per le mie peregrine riflessioni- Sapeste quante volte vorrei scrivere a ciascuno, rispondere a chi mi scrive, ringraziare per gli aiuti, le offerte, le intenzioni di messe....Yanonge è lontana. Il Settimanale della Diocesi di Como arriva in pacchetti di 8, 10 da qualcuno che li porta a Kisangani da Kinshasa: un mese da Como a Kinshasa, un mese e più da Kinshasa a Kisangani e poi per Yanonge una o due volte al mese: Per cui faccio quaresima sotto Natale e gli auguri di Natale dopo Pasqua. Ho risolto il problema visitandovi in ispirito e preghiera; sono sempre più convinto che sono frutto di migliaia di incontri e tutti voi siete parte di questa vita che cerco di vivere accettando il quotidiano con abbandono al Signore della storia, nel quale credenti e non credenti , tutti ci troviamo.

Per lui Dio ci ama, in lui possiamo avere speranza e futuro, e beati noi se “vogliamo provare a dire “Si Signore, credo”. Allora lui può amarci e darci di amare. Tutto il resto non è che cesto contenitore dei giorni.
Ho letto:(Larrañaga: Mostrami il tuo volto) “Siamo essenzialmente limitati. ...Accettare in pace il fatto di essere limitati....che l’ascesa a Dio sia lenta e difficile. accettare in pace la legge del peccato: faccio ciò che non vorrei fare e lascio da fare ciò che mi piacerrebbe fare....Accettare che gli ideali siano così alti e le realtà così insufficienti...siamo tanto piccoli e impotenti....L’irreversibilità del tempo: la limitazione più assoluta...affido al Signore il passato. So che Egli sa tutto e che mi ama molto e ciò che Lui permette è il meglio per me.

Accettare e stare in pace “: tutto diventa diverso e il prossimo, tutti, diventano parte della mia vita, che è stata assunta dal Verbo di Dio al quale ritorniamo, inesorabilmente.comunicazioni: nuovo indizzo E Mail < benito.amonini@gmail.com> - Tel.00243 0991659787...ogni tanto funziona.-meglio dalle 8 alle 10 e verso sera...-ora locale qui è la vostra “estiva”.
A Yanonge non c’è antenna internet: quando viene a Kisangani il mio confratello, P.Fidelino, portoghese che sa anche l’Italiano, apre e copia su penna-flash e vi leggo. Vedrò se mi riesce di rispondere ogni tanto ai vostri messaggi. Ogni giorno penso a tutti alla celebrazione della messa e le vostre notizie e lutti compresi diventano offerta.

Il viaggio o in moto con attraversamento due fiumi in piroga o venire in piroga, mi pesano e allora vengo una volta l’anno, per qualche giorno di ritiro, silenzio, e stare un po’ con voi. Sono venuto con un barcone motore, 14 ore seduto, la notte, piedi bloccati dalle mamme sdraiate tutt’attorno. Si chiama Arca di Noe’.Dalle ore 18” (invece che alle 9 come previsto) fino alle 8 del mattino successivo. Discenderò in piroga la settimana prossimadi notte, 6 ore per km.; 10 ore.- E’ bello stare con la gente che tribola più di noi.
Stiamo costruendo con fatica una casetta: 20 x 6,5 mt divisa in 4 camere che diventano poi studio/ cameretta con bagno.

Grazie per chi può aiutarci ad avanzare, dopo la copertura del tetto; Dopo dovremo riparare l’attuale, con rifacimento del tetto e miglior distribuzione degli spazi. La comunità accoglie anche dei nostri postulanti e scolastici per stage.Oltre me e P.Fidelino sta il primo comboniano congolese, Fratello Boduen Avo e un prossimo ordinando in stage per due anni, p.Zoè. Il futuro dei Comboniani sarà l’Africa.
Continuiamo col fondo provinciale per le scuole a migliorare altre scuole e mettere banchi e attrezzature. e contribuzione ai salari di professori -Altri sforzi sono per corsi di formazione e promozione sociale; possiamo fare poco, ma sono priorità nel nostro essere accanto con misericordia.Affido agli angeli Custodi questa chiacchierata. Siate allegri sempre perchè il vostro nome è scritto in cielo.

Guardate in alto e sorridete. riassume così Madre Teresa i suoi consigli, validi per tutti.Vi abbraccio e mi sento vostro, p.Benito.


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