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Lettere
Da Bibwa Kinshasa Congo. 2 febbraio 2004
Carissimi,
voleva questa lettera, essere un biglietto in risposta a quanti m i hanno scritto per posta ordinaria o prioritaria. E' uno dei segni di tempi migliori per il Congo / Kinshasa: la posta ha ripreso almeno per accogliere e smistare. E poiché Dio mi ama ha organizzato che allo smistamento delle Poste all'aeroporto che dista pochi km da noi ci sia una signora che è venuta ad abitare in parrocchia e che tranquillamente prende e mi porta le lettere a me intestate, così che le ho nel giro di una settimana. Volevo provare con questo biglietto a spedire attraverso detta signora e vedere se anche in ritorno vi arriva abbastanza presto. Ma poiché alcuni parenti di un confratello son venuti a trovarlo e ripartono fra una settimana, confiderò loro la busta.
Avevo cominciato a scrivervi domenica 11 gennaio. Quel giorno avevo celebrato l'eucarestia con un centinaio di cristiani dimenticati da tutti nella foresta, tra le colline. Alcuni hanno fatto due ore di strada per arrivare. Dopo c'è stato un piccolo pasto per tutti bambini compresi: polenta di manioca e mais, pondù,(foglie di manioca con olio di palma) e un pezzetto di pesce. Nel frattempo avevano condotto lì una donna incinta e con una gamba infetta. Così l'ho portata fino all'ospedale tenuto dalle Suore poverelle di Bergamo a 20 km dalla località dov'ero andato, visto che non ho ancora imparato a fare miracoli. Nel pomeriggio c'era tanto sole e caldo afoso: 34°. Alcune famiglie sono venute per parlarmi. Così il mio stare con voi è stato interrotto parecchie volte. Š.
Pensavo di riprenderla l'indomani ma sono arrivato ad oggi 2 febbraio.
Voglio qui ringraziare ognuno che mi ha scritto: è importante per la nostra vita confrontare il vissuto locale con il mondo dal quale veniamo: tanti aspetti e le sensibilità possono essere diversi ma i problemi di fondo del cuore umano sono gli stessi. Il sapere di essere accompagnati nella nostra missione ci è pure di incoraggiamento e il vostro condividere " gioie e speranze, fatiche dolori dei poveri " vi fa crescere nella capacità di compassione e quindi del senso cristiano della vita. " non c'è nulla di veramente umano che non trovi eco nel cuore dei discepoli di Cristo" ( cito un testo del Concilio). E da parte mia l'essere partecipe delle vostre gioie e afflizioni mi arricchisce di umanità.
La mia vita non è monotona. Sto bene. Soffro meno per il caldo che i mesi di freddo in Italia.
Invece soffriamo della impotenza della gente che arranca per sopravvivere. I Paesi potenti del mondo sono disposti ad aiutare il Congo nella transizione verso le elezioni ma prevediamo tensioni tra la pletora di presidenti e ministri e commissioni varie
Ma lentamente il processo sembra incamminarsi per la strada della riconciliazione e pacificazione. Militari di diversi paesi sono qui per istruire polizia e riunificare gli eserciti che già si combattevano. L'Onu è sempre più appariscente e anche questo costa al paese.
I poveri aspettano e a Bibwa si continua con fiducia il programma. E' ultimato un altro pozzo. Prevediamo la perforazione di altri 3 o 4. Abbiamo avuto 3 incontri con 5 comunità cristiane non cattoliche in occasione dell'ottavario di preghiera ecumenica e programmato un calendario di riflessioni intorno ai problemi attuali con la guida del vangelo." Se siamo divisi anche dalla religione chi ci unirà politicamente?" La cultura del bene comune, del servizio, della pace, del lavoro, del sacrificio non è facile farla avanzare quando da anni, non solo gli analfabeti ma anche professori di università, magistrati e funzionari soffrono la fame e le umiliazioni del "non funzionamento" dello stato e non parliamo poi degli sconvolgimenti legati alle guerre non del tutto finite ai confini verso l'est.
C'è poi una confusione tra fede e superstizione per cui il discernimento è un altro aspetto da "coltivare". E qui entra come difficoltà permanente la differenza di mentalità tra bianchi e neri.
La mondializzazione, la globalizzazione sembrerebbero non toccare i poveri delle savane dei dintorni. Invece l'Africa diventa sempre più povera e sfruttata. Dalla dittatura siamo passati alla guerra civile. Viviamo in transizione precaria verso una democrazia pilotata da forze straniere: la chiese (che pure soffrono di divisioni e cedimenti) si stanno impegnando per una coscientizzazione, difficile a comprendersi da chi è sempre a digiuno e astinenza, e difficile anche nelle scelte di persone da proporre come candidati: gli attuali signori della guerra che ora stanno in trono e fanno discorsi molto democratici, sono disposti a passare la poltrona ad altri scelti dalle elezioni, (supposto che si possano fare?).
La famiglia.indebolita dalla miseria, dalle paure ancestrali, dalle difficoltà di ogni sorta, dai falsi profeti che alienano le menti dal quotidiano con promesse mirabolanti, dall'assenza di aiuti dello stato, sfruttata al contrario da tutti i poteri, spesso analfabeta o comunque senza informazione e incapace di formarsi.è l'aspetto che più chiede attenzione e aiuto.
Ma l'aiuto è far crescere e non riempire da fuori: questo ci chiede pazienza, tempo, saper perdere e ricominciare sempre. Un po' come le mamme che da una parte vorrebbero che il figlio sapesse già tutto poi incapaci di trattenerlo quando scappa.
Sono passati in velocità 45 giorni da quando ho lasciato l'Italia per rientrare penso ogni giorno a chi ho lasciato in ospedale per i quali le giornate sono lunghe. Penso a quelli che non ho potuto visitare e invio loro gli angeli custodi. Dobbiamo credere alla presenza del Dio che ci accompagna. A chi crede sono dati gli occhi per vedere.
Tra voi l'ho visto in tutti quelli che ho potuto incontrare a cominciare dai "miei" più prossimi e tanti appena conosciuti, e che hanno sostenuto con cuore il progetto di Bibwa. Semi che crescono e che concorrono alla pace del mondo.
Con infinita riconoscenza vi auguro si realizzi il bene che avete in cuore.
Quaresima e Pasqua ci vengono incontro e vi auguro siano di gioia per tutti.
Non programmo "la prossima volta": può essere un po' prossima se riusciremo ad avere Internet. Ma sappiate che vi penso sempre e con la gente preghiamo per voi.
p.Benito.